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Eremo

Anche oggi, come ogni giorno fino ad oggi, ci svegliamo vivi.

Dove arrivi il bianco non sappiamo. Dove arrivi il gelo non sappiamo. Non sappiamo dove arriveremo né dove saremo, quando saremo arrivati. L’importante, diciamo sempre, è partire.

Così si parte. Si parte un po’ come si nasce. Un’incognita congenita. A cercare qualcosa che non si trova mai. Eppure. Sempre. Sempre accade – una sorta di legge naturale inesplicabile – Sempre. Sempre accade. Che quando si smette di cercare, si trova. Qualcosa. C’è scritto Eremo. Intorno è bianco. Si torna indietro. Fermarsi a vedere. Si vede una figura china sulla terra gelida. Un campo di zolle intirizzite, solcate dai graffi dell’inverno. Appare immobile come quando si muore. L’apparenza ingannevole poi si muove. Uomo. Donna. L’identità bianca si perde nel bianco. Perde importanza. Raccoglie. Accoglie. Coglie. 

Cosa trovi in mezzo al bianco non sappiamo. Dove si trovi l’eremo non sappiamo. Non sappiamo se saremo arrivati, quando saremo arrivati. L’importante, diciamo sempre, è arrivare. 

Così si arriva. Si arriva un po’ come si muore.

Anche oggi, come ogni giorno fino ad oggi, ci addormentiamo vivi. 

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