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Normalità

Un tempo si accendevano discussioni di ogni tipo, per lo più incentrate su questioni relative alla normale quotidianità. La freschezza del latte. La consistenza del pane di giornata. Il lezzo del pesce morto. L’ipotesi di un accordo tra cane e gatto. L’incomprensione di linguaggi differenti. 

Un tempo si accesero nuovi tipi di discussione, per lo più incentrati su una nuova quotidianità. La freschezza dell’aria fuori da un’apnea. La consistenza di un abbraccio mancato. Il lezzo del gel disinfettante. L’ipotesi di un collegamento tra distanze. L’incomprensione delle restrizioni sociali. 

Non ci sono grida, né sirene spiegate. Nessuna spiegazione. Soltanto una luce blu intermittente, una saracinesca abbassata, diverse pattuglie e tanti poliziotti. Il traffico sospeso, disinteressato, aspetta. Un tempo si sarebbero accese discussioni di ogni tipo. Una rissa. Un arresto. Un’incursione. Una protesta. Non c’è nulla di tutto questo. Soltanto la sensazione che ormai tutto questo – il blu, i poliziotti, le saracinesche abbassate, la sospensione – faccia parte della normalità. 

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