Tempo
L’importanza dell’inizio. I fiori gialli, papà. Una distesa di fiori gialli. Perdonami, non li avevo visti. Ero troppo preso dai miei pensieri, più numerosi di quei fiori. Tu mi stringevi la mano. Ero soltanto una piccola creatura. Lo sono ancora, sai? Non avresti avuto molto tempo. Per me. Per noi. Ora lo so. Dopo si sa tutto. All’inizio non s’immagina nemmeno. S’immagina altro. Tutt’altro. Anche io avrei avuto poco tempo. Per te. Per noi. Ne abbiamo avuto sempre troppo poco, sin dall’inizio. Quando, mi hai lasciato la mano, papà? Non me ne sono accorto. Ho preso in mano orologi. Ho iniziato a vendere ore, ori, soldi, pietre, monete, catene. Non badavo al tempo. Ci avrebbero pensato gli orologi. È passato tutto, il tempo. Tutto quello che avevamo a disposizione. Gli orologi si sono fermati. Non so quando. Non me ne sono accorto. Perdonami se non me ne sono accorto, perso tra tutti quei fiori.
I fiori gialli, papà. Una distesa di fiori gialli. Nella foto un padre. Un bambino. Un padre che tiene per mano un bambino. Ora ricordo. Volevi aiutarmi a diventare grande. Tra tutti quei fiori, diventare grande. Per questo mi hai lasciato la mano e gli orologi. Permettermi di crescere senza perdere tempo. Ma come si fa a usare tutto il tempo? Questo non me l’hai detto, papà. Non ne abbiamo avuto il tempo. Ma nel frattempo, guarda. Li ho venduti tutti, gli orologi. Non ho perso tempo. E ora senza orologi, non ho più tempo da perdere. L’importanza della fine.