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Theremin

E giuro che c’era davvero la gente intorno a lui. Diceva “Signori spostatevi. Lasciatemi passare”. All’inizio pensavo “Ma cosa diavolo sta dicendo. Parla da solo”. Diceva “Per favore. Lasciatemi passare”. Pensavo “Sta pedalando su un rullo chiuso in casa. Da solo. E parla alla gente. Da solo”. Si metteva a ridere. Non c’era nessuno né dentro né al di là dalla finestra. Ma lui diceva “Guarda! Guarda meglio!”

E giuro che si scioglieva davvero la neve. Diceva “Finiremo per scioglierci anche noi come questa neve”. All’inizio pensavo “È schiuma. Non è neve. Non siamo noi”. Diceva “Senti. Senti il suono della neve che si scioglie”. Pensavo “Siamo soltanto dentro una stanza immersi in una vasca piena d’acqua bollente e schiuma”. Si metteva a ridere. La neve era a migliaia di chilometri di distanza. Ma lui diceva “Guarda! Guarda meglio!”

E giuro che esisteva davvero il filo. Diceva “Guarda, lo vedi?” All’inizio pensavo “No, non lo vedo”. Diceva “Guarda! Guarda meglio!”. Pensavo “No…no… Oh sì! Ora lo vedo!”. Si metteva a ridere. Non aveva nessun filo tra le mani, eppure il filo c’era. Vibrava, invisibile, tra le mani. 

E giuro che vibrava, visibile, in realtà. Quella che si riesce a vedere solo se si “Guarda! Guarda meglio!”

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