Sospeso
“Da dove vieni?”
“Ora non so dirlo”.
Ha sorriso per tutto il tempo. Mi ha aiutato a scaricare il pacco pesante dall’auto, a salire i gradini e ad arrivare davanti all’ingresso della mia galleria d’arte. Ha sorriso per tutto il tempo. Non era obbligato a darmi una mano. Semplicemente passava di lì. “Potresti aiutarmi a scaricare il pacco?” Aveva sorriso. Ha sorriso per tutto il tempo. Per ringraziarlo, “Aspetta”, ho cercato il portafoglio e nel portafoglio qualcosa da dargli, “Tieni, per ringraziarti della tua gentilezza”. Ha sorriso per tutto il tempo. D’improvviso s’è fatto serio. Ha iniziato a guardare la banconota. Nè grazie, né niente. Neppure un sorriso. “C’è qualcosa che non va?”. Non rispondeva. Guardava quel pezzo di carta come se non l’avesse mai visto. Se lo rigirava tra le mani. Non poteva non averlo mai visto. Come faceva a vivere? “Non va bene? È troppo poco? È troppo?” Non rispondeva. Scrutava. Ho iniziato a credere che davvero non avesse mai visto una banconota in vita sua. Dopo qualche minuto ha alzato lo sguardo e indicato il palmo della sua mano con un dito dell’altra mano. Poi la mia mano. Ho guardato il palmo della mia mano. Aveva un taglio arrossato proprio al centro. Quando ho rialzato gli occhi, lui era sparito. Senza dir nulla. Non un grazie, non un ciao. Nulla. Un cielo bianco di nuvole e una mano rossa di sangue. Ho pensato al cielo sopra la Cina. La popolazione stava morendo. Il governo apriva lazzaretti per rinchiudervi gli appestati e chiudeva città per scongiurare il dilagare dell’epidemia. E il cielo sopra la Cina lasciava cadere i suoi angeli. Conoscono i pensieri umani. Li ascoltano dall’eternità. Eternità spezzata. Come si fa ad essere uomo? Ci sono due uomini in te, non vedi?
I giorni passano. Il cielo è ancora bianco. La Cina è ancora rossa. Gli uomini feriti. Gli angeli persi. Mi siedo su un gradino della mia galleria e guardo in alto. Forse l’uomo della banconota non esiste. Forse ero io. Forse era un sogno. Un filo appeso da un lato all’altro del cielo sorregge la condizione umana sospesa. Opera d’arte della nostra specie.
Faccio per alzarmi e posando una mano a terra trovo una banconota. La guardo sorpreso. Mi alzo. La infilo in tasca. Nello sfilarla, un graffio leggero. Lo sguardo sospeso.