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Insegna

Anche il circo sparisce d’improvviso come un tocco di magia. Fino a ieri il tendone con le luci calde di un antico ritrovo stava al centro del parco, sotto gli alberi spogli, con la sua allegria discreta a riscaldare l’inverno, il fascino retrò a restituire quel senso di lentezza che ci siamo levati di dosso. L’antica insegna resiste ai tempi moderni per un po’ di tempo, ma i tempi moderni mordono, corrono, incalzano. Hanno un’estrema fretta di andare. Non entrano dentro il tendone – laddove la polvere non brucia la gola, l’impossibile non esiste, le mani sono ponti, gli occhi specchi delle meraviglie e gl’inchini circonferenze perfette di felicità – ma rimangono fuori a contare i biglietti strappati e il tempo che manca. Alla scadenza del tempo il tendone si accovaccia su se stesso, le luci si spengono, gli artisti si spogliano, la magia si nasconde nel cappello a cilindro, i colori sbiadiscono come un ricordo che lentamente sfumerà fino all’oblio. Ecco che se n’è andato il circo. Ma ricomparirà. Da qualche parte. L’antica insegna. D’improvviso come un tocco di magia. 

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