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Alba

È stata una notte acquatica. Una notte di acqua bollente che scendeva a rivoli sul corpo. Una notte intermittente di sogni e risvegli senza sosta. Notte ribelle. Notte di passaggio forse. Non capisco più dove io sia. Chi io sia. E non ha importanza. Mi lascio solo andare. L’acqua diventa dolce e si rinfresca. Mi avvolge. Alghe. Ci sono le alghe dell’estate. Mani verdi che accarezzano. Sembra non vogliano più lasciarmi andare. Ora devo andare. È giunta l’alba. È giunto il momento del risveglio. Ma le alghe trattengono il mio corpo, come se facesse ormai parte dell’ecosistema. Non ho forze per rimettermi in forze. Non ho appigli. Non provo a ribellarmi e non voglio. Sto lì. Semplicemente. Mi sento natura. Inizio a perdere le parole, le immagini, le sensazioni. Vado e vago nel vago andare vagamente stagnante……….. Mani. Braccia. Abbraccio. Tremare. Paura. Freddo. Uomo. Salva. Grazie.

Un uomo prende tra le braccia la capretta caduta nell’acqua e intrappolata nelle alghe.

L’avvolge in panni asciutti.

Le dice che va tutto bene. È stata brava a resistere. È stata coraggiosa. 

La libera. 

Cammina a stento. Smarrita. Persa. Ma si ritroverà. 

Sono tornata. Stanno tornando le parole. Non c’è più acqua sul corpo. Sono asciutta. L’alba mi risveglia. Mi sento affaticata ma pronta a ripartire. Muovo i piedi. Mi metto in piedi. Fatico a camminare. Inizio a camminare. So di aver trascorso una notte difficile. E sento di essere stata avvolta non soltanto nelle lenzuola ma anche in acque lontane. I miei sogni si sono mescolati ad altri sogni. La mia realtà ad altre realtà. Il mio tempo ad altri tempi. Oggi io cammino e ho più di due gambe per farlo. Lentamente andrò veloce. 

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