Orologio
L’orologio segnava le 6 in punto. Era ancora buio ma in fondo alle scale si accendeva una luce fioca. Un’alba elettrica anticipava il giorno. Cercavo di seguire il chiarore senza fissarlo. Dovevo stare attenta a dove mettevo i piedi. Arrivata in fondo incontrai due uomini seduti. Uno, pelle scura e lineamenti orientali, aveva in mano un dattero. L’altro, pelle chiara e lineamenti occidentali, aveva in mano una punta di formaggio. Si sorridevano senza parlare. Un gatto nero attraversava la stanza accarezzando con la coda le pareti. Su una di queste un quadro. Il quadro raffigurava una stanza buia attraversata da una luce fioca, un gatto nero, due uomini seduti e una finestra aperta. La finestra aperta mostrava un orologio.
L’orologio segnava le 6 in punto. Era già buio ma in cima alle scale s’intravedeva una luce fioca. Un tramonto elettrico prolungava il giorno. Cercavo di seguire il chiarore senza fissarlo. Dovevo stare attenta a dove mettevo le mani. Arrivata in alto incontrai due uomini in piedi. Uno, pelle chiara e lineamenti occidentali aveva in mano un dattero. L’altro, pelle scura e lineamenti orientali, aveva in mano una punta di formaggio. Parlavano seri. Un gatto nero accovacciato contro una parete si lisciava la coda. Sulla parete un quadro. Il quadro raffigurava una stanza illuminata da una luce fioca attraversata dal buio, un gatto nero, due uomini in piedi e una finestra chiusa. La finestra chiusa celava un orologio.
L’orologio si è fermato alle 6 in punto. Può essere notte. Può essere giorno. L’unica cosa certa è che un orologio rotto, nell’arco di una giornata, segna due volte l’ora giusta.