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Èlia

Stamane ho incontrato Èlia Tuttamatta. Una tale energia. Una tela di energia. Pittrice, letterata, scenografa, canoista (sì a settant’anni si può fare tutto, anche andare in canoa), muratrice (fu)… E ci si trova tra donne di diversa età a chiacchierare come se non ci fosse alcuna differenzetà. Si parla di cuore e di vita. Di colore. Di legno. Di calore. Di acqua. Di eccentricità. Pennellate materiche. Vite sospese tra nuvolette spray. Sottifili che legano anime diverse eppure collegate. Incredibili disegni di segni dai cangianti colori. Racconto alla curiosità della donna la doppia me che sono. Animamentale. Mentanimale. Sono così e diversamente non posso. Male mi fa troppo spirito. Male mi fa troppa ragione. Nella fusione nucleare io debbo stare per poter creare. Esattamente lì c’è quel nessuno che io sono. E lì debbo stare per sentire la vita. Elia ha occhi che brilluccicano dentro ragnatele controlucide. “Io amo la vita. È così bella. Nonostante tutto il dolore. È così bella”. E guardando attraverso i miei, gli occhi di qualcuno che io non posso vedere, esclama: “E amo mio marito ogni giorno di più”. Morto tanti anni fa. Vivo per sempre. Elia Tuttamatta è tutta matta ma ama la vita perché a forza di dipingerla ha scoperto come si fa.

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