Diluvio
Un pesce cade dal cielo ed è la fine del mondo. “Siediti con me figliolo. Ho così tante cose da dirti che finirò per non dirti nulla, come un pesce muto che è muto perché ogni volta che apre la bocca gli si riempie la bocca d’acqua”. Fuori diluvia. Il diluvio universale ricoprirà dapprima il Bangladesh e poi le altre terre emerse. L’acqua tornerà a sommergere ogni frammento di terra e gli esseri umani non saranno altro che un istante passato in un istante. “Siediti figliolo. Ti va di mangiare con me? Non ho altro da offrirti che una zuppa di pesce”. Fuori diluvia. Il ragazzo toglie l’impermeabile, posa l’ombrello, si avvicina alla tavola e confessa di non aver mai mangiato pesce. Ma lo mangerà. Non si può rifiutare un dono piovuto dal cielo. “Siediti figliolo. L’acqua è salata. Quella in cui nuotava il pesce. Quella che è scesa sul mio viso dopo la tua telefonata”. Fuori diluvia. Una donna scivola sull’asfalto bagnato e non capisce se a distrarla sia stato il grido di un uomo che per la prima volta tenta di far sentire il suo dolore al mondo o l’ultimo bicchiere di vino rosso che lei ha bevuto poco prima di uscire. “Siediti figliolo. So che cosa mi vorresti domandare, anche se non domanderai. Chi sei e da dove vieni. Ne so ben poco anch’io, in verità”. Fuori diluvia. Due pesci rossi rimangono intrappolati in un acquario che galleggia sull’acqua e per assurdo stanno morendo di fame pur essendo in acqua. “Siediti figliolo. Io sono stato un figlio crudele. Io sono stato un padre crudele. Io sono tuo padre”. Fuori diluvia. “Siediti figliolo”.
Tutti gli uomini e le donne del mondo si siedono attorno a un tavolo. Al centro di ogni tavolo del mondo c’è un pesce. Tutti gli uomini, le donne e i pesci del mondo rimangono muti. Il diluvio è finito.