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Lola

Lola corre. Le piacciono i limoni. Si veste di nero. Ha una bella bocca e denti bianchi. Le scarpe sono importanti. Le servono per correre. Parla facilmente di sé. Non se ne vergogna. Sperimenta. Gioca con la vita. Si diverte e soffre. Talvolta è presa da una certa insofferenza per il mondo. Non tutto quanto. Ma una specifica fetta di mondo. Quella dei così(da lei)detti normaloni. È costretta a vederli tutti i giorni. Lola corre ma loro di più. Loro corrono con il carrello stracolmo di prodotti prodotti dal fu Carosello. Lei corre perché è sempre in ritardo e allora insegue il tempo come se non ne avesse mai abbastanza, di tempo e di vita. Vorrebbe superarla. E in alcuni eccitanti momenti ce la fa. Sono gli alti.I momenti con i trampoli, con il volume al massimo, con l’acceleratore schiacciato. Lola corre per quei momenti e li succhia come limoni. Le piacciono i limoni. Labbra spremute d’emozioni. Ogni volta poi le rimane l’amaro in bocca. Ma questa è un’altra storia. Sono i bassi. I momenti degli occhi fissi sulla parete, della parete fissa sugli occhi, della fissa degli occhi sulla parete. E va bene. Si deve prendere così. Questo è il mondo reale. 

Sulla terza pagina del giornale si legge “Kate Middleton vuole che i suoi figli vivano nel mondo reale”. Lola chiude il giornale, tira lo sciacquone del cesso e corre. Che è in ritardo. 

[dedicata a Sara dai capelli rosa]

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