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Domanda

Bambino dai capelli rossi. Disteso sul lato sinistro del corpo, ove batte il cuore. Lento nel sonno. Lontano dalla vita che accade nel giorno che rallenta imboccando gallerie buie. Veloce come un treno, la vita, se la si vive tutta intera. E dove si va a finire? Le poneva il filosofo del treno le domande vitali. Flebo da iniettare alle menti certe di essere stelle fisse. Lui aveva il compito di farle vacillare cosicché a un certo punto mentre fissavi le stelle, ti accorgevi che non erano fisse ma vibravano in direzioni non ben definite. Incerte su quale direzione prendere. A volte il volto del filosofo del treno era sul treno, seduto di fronte a qualcuno. Un bambino che dorme? A volte il treno cambiava improvvisamente direzione e invece di affiancare l’alto ponte, lo attraversava. Dove si va? A volte cambiando direzione, dall’alto del ponte, si diffondeva un’eco che era un canto e nell’incanto, orecchie chiuse, si riusciva a sentire molto meglio. Cosa senti? A volte il buio veniva interrotto per un istante da barlumi al neon. Hai voglia di risvegliarti? Il bambino dai capelli rossi aprì gli occhi. Luce al neon accesa. Il bambino non sapeva parlare. Luce al neon spenta. Il treno ripartì. Luce al neon accesa. Salirono i primi viaggiatori. Luce al neon intermittente. La prima parola del bambino fu: ?.

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