Noi
Mi hanno tirato i capelli e ci hanno costruito un ponte. Vieni amico. Togli le scarpe. Corri nel fango. Libera i pensieri. Pesta la carta. Indossa le ali. Ti troverai in un bosco in cui incontrerai alberi da scrivere, acrobati con i piedi in mano, strumenti ricordati, corde scordate e cani padroni. Vola con le ali di cartapesta fino al cedro e attendi. Arriverà un ragazzo, a bordo della ruota del vento. Si fermerà davanti a te. Ti guarderà senza parlare e inizierà a soffiare sogni nei palloncini colorati da donare ai bambini. Rimani a guardarlo anche quando inizierà a piovere. Non ti bagnerai. Giungerà proprio alla fine del pianto. Una coppia d’amore elegante e lontano. Tornano ogni anno. Arrivano sul ponte. Tolgono le scarpe. Corrono nel fango. Liberano i pensieri e indossano le ali di cartapesta per giungere ai piedi del cedro secolare, laddove la loro storia è cominciata. Vorrebbero riascoltarla, ma ogni anno piove e la gente scappa per non bagnarsi. Così nessuno gliela racconta e loro non sanno ricordarla. Tu rimani, e racconta loro la loro storia.
NOI.
COME IN CIELO. Eravamo già scritti nel cielo. Noi. I nostri pensieri lassù si erano incontrati, tra le nuvole distratte che si muovevano veloci lasciandoci passare. Noi. Lassù c’eravamo riconosciuti in un’emozione dipinta di blu. Noi.
COSI’ IN TERRA. Abbiamo camminato a lungo insieme. A piedi nudi, mani unite, ali di cartapesta, passo lento. Noi. Ci siamo sentiti inspirare da questo albero fatto di terra e radici e foglie e cielo. Noi.
Di nuovo qui. Noi. Finalmente qui. Noi. Ad ascoltare la nostra storia. Per sempre qui. Noi. A ricordare noi.
COME IN CIELO. COSI’ IN TERRA.
Mi sciolgo i capelli e il ponte frana giù. Non torneranno mai più. Loro. Rimarranno sotto il cedro, fino a quando saranno espirati dall’albero. Rimarranno soltanto le ali di carta senza cielo, pestate per terra.