Distrattamente
Le strisce sono bianche e nere. I corpi sono colori che si mescolano. Le teste sono chine sui telefoni cellulari. E nessuno vede il grande mondo. Per tutti ormai un piccolo mondo a portata di mano. E sono corpi che cambiano. E passi che cambiano. E sguardi che cambiano. Sguardo e non guardo. Dov’è il cielo? O più in basso. Dov’è il semaforo? O più in basso. Dove poso il passo? Attraversamento. C’è spazio per passare? Sguardo le scarpe degli altri per capirlo. Non più i volti. Com’è fatto un volto? Lo dimenticheranno le generazioni future? Gli innamorati del futuro cosa sguarderanno della persona amata? Le mani? Si spostano punti di vista verso un unico punto di svista. Si sposteranno le strisce pedonali. Forse spariranno sostituite da una linea acustica per non vedenti. Perché stiamo diventando tutti ciechi pur vedenti. Saramago dovrà riscrivere “Cecità”. Ma nessuno potrà più leggerlo. Al massimo uno sguardo e un unico punto di svista.